- Aprire la Partita IVA: inizia scegliendo la società
- Come aprire Partita IVA: l’iter da seguire
- Aprire la partita IVA: cos’altro sapere
- Quanto costa aprire la partita IVA
- Chi non può aprire la partita IVA
- Aprire partita IVA: gestire i pagamenti e le fatture elettroniche
- Come aprire partita IVA: le conclusioni
Come aprire una partita IVA: info, costi e requisiti [Guida Completa]
Stai pensando di aprire la partita IVA ma non sai da dove iniziare? Hai bisogno di una mano nella procedura e nella scelta del regime? In questa guida troverai risposta a tutte le principali domande sull’argomento.
Paragrafo dopo paragrafo vedremo come scegliere la società da aprire, quali sono gli adempimenti burocratici e quali i costi connessi all’apertura di una partita IVA.
L’articolo di oggi siamo sicuri interessa tantissime persone, dai più giovani che desiderano aprire un’attività e mettersi in proprio oppure regolarizzare la propria situazione lavorativa, ai meno giovani che hanno deciso di lasciare un lavoro da dipendente, scegliendo di aprire un business gestito in autonomia.
Aprire la Partita IVA: inizia scegliendo la società
Come aprire Partita IVA: l’iter da seguire
Aprire la partita IVA: cos’altro sapere
Aprire partita IVA: regime ordinario
Aprire partita IVA: regime forfettario
Quando fare l’Iscrizione al registro delle imprese
Quanto costa aprire la partita IVA
Chi non può aprire la partita IVA
Aprire partita IVA: gestire i pagamenti e le fatture elettroniche
Come aprire Partita IVA: le conclusioni
Aprire la Partita IVA: inizia scegliendo la società
Prima di iniziare a scaricare e compilare moduli, ti consigliamo di definire quale società aprire. Come sai, esistono tanti diversi tipi di società. La prima fondamentale distinzione è tra le società di persone, tra cui rientrano:
Società semplice (SS)
Società in nome collettivo (SnC)
Società in accomandita semplice (SaS)
E le società di capitale. Tra queste rientrano:
Società a responsabilità limitata (Srl)
Società a responsabilità limitata semplificata (Srls)
Società per azioni (SpA)
Ci sono poi altre tipologie d’impresa che comunque richiedono di aprire la partita IVA. Ne sono un esempio le cooperative, le Società di capitali unipersonali e i due regimi ordinario e forfettario. Questi ultimi due sono ideali se sei un lavoratore autonomo o libero professionista.
In linea di massima, la prima macro decisione che devi prendere e se gestire il business individualmente o con altre persone. Per fare alcuni esempi, per aprire un fast food o un ristorante generalmente si utilizzano le forme societarie SnC, SaS o Srl.
Mentre se hai bisogno di aprire una partita IVA per vendere online, potresti optare per una Srl semplificata, o ancora se lavori come freelance e offri servizi digitali, allora l’ideale è aprire una partita IVA scegliendo tra regime forfettario o regime ordinario.
Come aprire Partita IVA: l’iter da seguire
Passiamo ora al punto principale dell’articolo. Come abbiamo visto se desideri avviare un’attività come freelance o libero professionista, oppure stai pensando di avviare un’attività commerciale, sei sempre tenuto ad aprire la partita IVA.
Si tratta di un’operazione mediamente complessa che puoi portare a termine in autonomia, oppure affidandoti al tuo commercialista di fiducia.
Nel caso tu voglia risparmiare i costi del commercialista, almeno in questa fase, puoi procedere da solo. L’apertura della partita IVA infatti è un’operazione che puoi portare a termine online, collegandoti al portale dell’Agenzia dell’Entrate, oppure consegnando di persona i moduli agli uffici dell’Agenzia.
Per accedere all’Area Riservata hai bisogno di uno dei seguenti sistemi per il riconoscimento della tua identità digitale
Spid
CNS
CIE
Ti consigliamo di procurarti una PEC, indirizzo di posta elettronica certificata. Inoltre, prima di iniziare qualsiasi operazione è buona prassi individuare il Codice ATECO della tua futura attività. Questo codice ti verrà richiesto in fase di compilazione dei moduli necessari per l’apertura della P.IVA.
1. Aprire partita IVA: scegliere il codice ATECO
Il codice ATECO è il numero che identifica l’attività economica da te svolta. Puoi trovarlo collegandoti al sito web dell’ISTAT, quindi inserire:
Breve descrizione dell’attività
Direttamente il codice
Alcune parole chiave
Per fare alcuni esempi, se hai bisogno della partita IVA per aprire il tuo negozio di scarpe, allora il codice ATECO che identifica la tua attività è il 47.72.10 (Commercio al dettaglio di calzature e accessori).
Se invece stai pensando di aprire un'agenzia di viaggi, allora il codice ATECO è il 79.11.00 (Attività delle agenzie di viaggio). O ancora, se ti stai chiedendo come aprire un negozio online, il codice ATECO da inserire è il 47.91.10 (Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet)
2. Aprire partita IVA: compilare il modulo AA9/7o AA7/7
Il secondo passaggio consiste nel compilare i moduli “dichiarazione d’inizio attività”. Sempre dal sito web dell’Agenzia delle Entrate puoi facilmente scaricare il modulo necessario. Hai di fronte a te due diversi moduli:
AA9/7 riservato ai lavoratori autonomi, liberi professionisti e ditte individuali
AA7/7 riservato a tutte le altre forme societarie
Entrambi i moduli possono essere compilati e consegnati a mano oppure compilati e inviati online utilizzando l’applicazione Desktop Tematico, fornita dall’Agenzia delle Entrate.
Le informazioni da inserire sono diverse, tra queste le più importanti sono:
Codice ATECO
Data di inizio attività
Sede e nome della società/attività
Volume d’affari presunto
Luogo di conservazione delle scritture contabili
Regime fiscale scelto
3. Invio o consegna del modulo
Dopo aver compilato tutti i campi, non resta che consegnare i moduli all’Agenzia delle Entrate, oppure caricarli direttamente dalla propria Area Riservata. A questo punto, la procedura è completa. Non ti resta che attendere un tempo variabile da 1 a 7 giorni prima di ricevere la comunicazione di avvenuta apertura di partita IVA.
Aprire la partita IVA: cos’altro sapere
Formalmente la partita IVA è ora aperta. Tuttavia, è doveroso arricchire quanto appena riportato, così da risolvere tutta una serie di dubbi che potresti avere sia in fase di compilazione della domanda, sia riguardo cosa fare dopo aver aperto la partita IVA.
Vediamo quindi, punto per punto, le differenze tra regime ordinario e forfettario, quando e come fare l’iscrizione al registro delle imprese e tutti i costi diretti e indiretti collegati all’apertura della partita IVA.
Aprire partita IVA: regime ordinario
Nel caso tu sia in procinto di aprire una società di capitali, allora sei obbligato a optare per il regime ordinario. Diversamente, come libero professionista, ditta individuale o Srl unipersonale, puoi optare tra il regime ordinario o forfettario.
Il regime ordinario diciamo subito va scelto quando stimi di generare un fatturato superiore a 85.000 euro annui. La gestione di questo regime è abbastanza complessa e sicuramente richiede il supporto di un commercialista. A ogni modo, scegliendolo sei tenuto a:
Applicare l’IVA durante quando emetti fattura
Emettere fattura elettronica
Dichiarare e versare l’IVA all’Agenzia delle Entrate
Custodire registri e libri contabili
Inoltre, il calcolo delle imposte da versare va fatto sul fatturato generale, dal quale però puoi togliere tutta una serie di costi collegati all’esercizio dell’attività. Per quanto concerne le persone fisiche, queste devono versare l’IRPEF. L’imposta varia a seconda del reddito generato, dal 23% per redditi fino a 15.000 euro fino a 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Mentre, nel caso in cui il regime ordinario sia applicato alle società, allora devi versare l’IRES. L’aliquota è fissa ed è pari al 24%.
Aprire partita IVA: regime forfettario
Diversamente, qualora la tua attività non generi ricavi superiori agli 85.000 euro, allora puoi aderire al regime forfettario. La gestione dell’attività d’impresa in questo caso è molto più semplice.
Si tratta di un regime agevolato che ti permette di pagare solo il 5% di tasse - per i primi 5 anni poi il 15%. Le tasse da versare inoltre non vengono calcolate sull’intero fatturato, ma solo su una parte di questo determinato dal coefficiente di redditività. Quest’ultimo varia a seconda dell’attività da te svolta.
Il regime forfettario risulta quindi molto vantaggioso e di fatto agevola i giovani e tutti coloro che desiderano avviare un’attività come libero professionista o lavoratore autonomo.
Aprire una partita IVA optando per il regime forfettario tuttavia non ti esonera dal dover versare i contributi previdenziali, i quali variano a seconda del fatturato e sono pari a circa il 26% di quest’ultimo.
Quando fare l’Iscrizione al registro delle imprese
Aprire una partita IVA non ti obbliga in automatico a iscrivere l’attività al registro delle imprese. L’iscrizione è riservata a coloro che svolgono un’attività commerciale. Per farla ancora più semplice, gli unici esonerati dall’iscrizione al registro delle imprese sono i liberi professionisti e i freelance. Diversamente sono obbligati all’iscrizione:
Commercianti
Artigiani
Imprenditori (anche agricoli)
Se rientri in una di queste ultime categorie di lavoratori, dopo aver aperto la P.IVA entro 30 giorni devi collegarti sul portale online “Telemaco” e procedere con la registrazione. L’intero iter ti porta a ottenere il Numero REA (Numero Repertorio Economico e Amministrativo) composto da 6 cifre che identifica la tua attività.
Il costo per l’iscrizione alla camera di commercio è compreso tra i 250 e i 300 euro, a cui vanno aggiunti circa 100 euro da versare ogni anno per rinnovare l’iscrizione. A questi costi va aggiunto il compenso da dare al professionista che si prende cura della pratica. Ti ricordiamo che per l’iscrizione hai bisogno di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) e della firma digitale.
Quanto costa aprire la partita IVA
Vediamo ora di rispondere a una domanda molto gettonata tra tutti coloro che vorrebbero avviare un’attività in proprio: quanto costa aprire la partita IVA?
La buona notizia è che se decidi di aprire la partita IVA da solo, senza rivolgerti a un commercialista, allora non hai alcun costo da sostenere. La procedura è totalmente gratuita. Serve solo un po’ del tuo tempo.
Attenzione però, il fatto che aprire la partita IVA sia gratuito non vuol dire non avere alcuna spesa da sostenere. Devi considerare infatti che se decidi di affidarti a un commercialista (spesso indispensabile) per l’apertura e per le varie dichiarazioni, dovrai fronteggiare un costo annuo compreso tra i 300 e i 1.000 euro.
Inoltre, bisogna considerare altri costi fissi. Come abbiamo visto ci sono le tasse da pagare, le quali variano a seconda del regime scelto (ordinario o forfettario) e i contributi previdenziali.
Questi ultimi incidono per circa il 25% sul totale del fatturato. In altri termini, se come libero professionista o freelance aderente al regime forfettario stimi di fatturare 40.000 EUR lordi, per i primi 5 anni, possiamo stimare che sosterrai i seguenti costi:
40.000*78% (stima coefficiente redditività) = 31.200 euro (reddito imponibile)
31.200*5% = 1.560 euro (tasse da versare)
26% (contribuiti previdenziali) = 8.000 euro
costi per il commercialista = 500 euro
Il totale è di circa 30.000 euro che puoi stimare sia quanto effettIVAmente guadagni fatturando circa 40.000 euro.
Chi non può aprire la partita IVA
In linea generale tutti possono aprire una partita IVA. Tuttavia, ci sono alcune categorie di persone a cui è preclusa la possibilità. Più in dettaglio, non possono aprire una partita IVA:
I dipendenti pubblici: salvo il caso in cui l’attività aperta non è in concorrenza o in conflitto d’interessi con l’attività svolta.
I minori di 18 anni: ammenoché non abbiano compiuto 16 anni e facciano apposita richiesta di emancipazione al Tribunale.
Pregiudicati: possono aprire partita IVA solo dopo aver scontato la pena.
Risultano inoltre escluse le persone incapaci di intendere e di volere. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici è bene specificare che alcune categorie di lavoratori sono considerate idonee all’apertura della partita IVA.
Ad esempio, un insegnante ha bisogno dell’autorizzazione del dirigente scolastico, il personale sanitario è necessario abbia un contratto di lavoro part-time. È altresì ammessa l’apertura della partita IVA, qualora il dipendente pubblico, svolga anche attività quali:
Collaborazioni con riviste e giornali
Organizzazione di seminari e convegni
Formazione e docenza
Aprire partita IVA: gestire i pagamenti e le fatture elettroniche
Ora che hai aperto la partita IVA non ti resta che iniziare l’attività. Come abbiamo visto, dovrai emettere fattura, registrare le entrate e le uscite e chiaramente ti troverai a ricevere e a sostenere numerosi pagamenti.
Ma come puoi gestire il tutto con semplicità, rispettare le attuali norme e soprattutto evitare di perdere presto il conto delle entrate e delle uscite?
La prima cosa che ti consigliamo di fare è di dotarti di un POS. Tutte le attività sono oggi obbligate ad avere un POS. Così facendo non solo rispetti le attuali leggi ed eviti le sanzioni, ma metti anche a disposizione dei tuoi clienti un modo semplice e rapido per pagare con carta o utilizzando dispositivi quali lo smartphone o lo smartwatch.
Tra le tante soluzioni di POS fisso e mobile disponibili sul mercato, ti invitiamo a scoprire l’offerta che SumUp ti ha riservato. Scegli tra i diversi POS disponibili:
SumUp Air
Sum Up Solo
SumUp 3G
Tutti i nostri POS sono facili da installare e rapidi da configurare. Puoi così subito iniziare a ricevere pagamenti, elaborare gli ordini con rapidità e gestire in maniera efficiente i flussi di denaro in entrata e in uscita.
I POS SumUp sono utilizzati da oltre 4 milioni di persone, le quali hanno deciso di affidarsi ai servizi e ai prodotti SumUp per migliorare la gestione dei pagamenti.
Come aprire partita IVA: le conclusioni
Aprire la partita IVA è una scelta molto importante. Ti permette di coronare il tuo sogno di avviare un’attività in proprio, di gestire in autonomia il lavoro, di prendere decisioni cruciali che possono determinare il successo o l’insuccesso del business.
Come abbiamo visto, aprire la partita IVA è semplice. Dell’intero iter puoi occupartene in autonomia.
SuccessIVAmente però risulta essenziale: il supporto di un consulente che possa aiutarti a gestire al meglio tutti gli aspetti fiscali e la scelta del partner giusto che possa fornirti non solo il dispositivo POS più adatto alle tue esigenze, ma che ti metta anche a disposizione strumenti e tecnologie pensate per una gestione più efficiente dei pagamenti.
Scopri tutti gli strumenti per le attività che noi di SumUp abbiamo pensato per te.