Sei un hobbista pronto a fare il salto verso l’imprenditorialità? Vuoi saperne di più sugli aspetti fiscali, la partita IVA, il tesserino degli hobbisti e quali operazioni economiche puoi svolgere?
In questo articolo parleremo proprio degli hobbisti: una figura a metà tra il passatempo e l’attività professionale.
Non sei l’unico che, come secondo lavoro o per puro divertimento, produce o vende prodotti senza aver ancora aperto una regolare partita IVA.
L’hobbista è infatti una figura molto diffusa, ma è essenziale conoscerne il quadro normativo di riferimento.
In questa guida scoprirai tutto sulla regolamentazione dell’attività degli hobbisti. Riuscirai così a dare massimo spazio alla tua creatività e partecipare con tranquillità a fiere dell’usato, mercatini o altre iniziative che oggi ti garantiscono un’importante fonte di entrata.
Chi è un hobbista
La figura dell'hobbista si è evoluta nel tempo ed è stata ridefinita più volte attraverso normative differenti da regione a regione in Italia.
Per definizione, un hobbista è un operatore non professionale che può svolgere diverse attività:
Vendita di prodotti o servizi
Scambio di prodotti o servizi
Produzione di beni
L'unica condizione è che l'attività sia sporadica e occasionale. Molte regioni impongono limiti di vendita, con tetti piuttosto bassi che vanno dai 100 ai 200 euro per il singolo articolo venduto. Inoltre, alcune normative regionali limitano il numero di eventi a cui un hobbista può partecipare ogni anno.
Dal punto di vista fiscale, trattandosi di un'attività occasionale, è possibile svolgerla senza l'apertura della partita IVA.
Hobbisti, creativi e artigiani: le differenze
Ecco i principali punti che contraddistinguono e differenziano gli hobbisti dai creativi e gli artigiani:
Gli hobbisti producono, espongono e vendono i prodotti in modo saltuario occasionale.
L’artigiano produce beni ed è titolare di Partita IVA
I creativi realizzano opere sulle quali si applica il diritto d’autore
Per la vendita occasionale e non continuativa non esiste obbligo di aprire partita IVA.
L'hobbista ha bisogno solamente di un'autocertificazione che gli permette di vendere certi prodotti con un tetto prefissato di prezzo.
Se i prodotti possono essere classificati come opere artistiche, o frutto del proprio ingegno creativo, e l'attività viene svolta in modo non professionale, allora è possibile vendere senza partita IVA.
Le normative regionali sugli hobbisti
Quando si parla di hobbisti, come abbiamo visto, le norme possono variare da regione a regione.
Ecco alcuni esempi:
Emilia-Romagna: la Legge Regionale 12/1999 e la Legge Regionale 4/2013 definiscono gli hobbisti come operatori che vendono merci di modico valore e in modo saltuario. Qui troviamo anche il DGR 328/2019, che disciplina il rilascio del tesserino per hobbisti, necessario per partecipare ai mercatini.
Veneto: la Legge Regionale 10/2021 stabilisce che gli hobbisti possono partecipare a sei mercatini all'anno.
Toscana: la Legge Regionale 68/2020 definisce l'hobbista come un operatore non professionale che vende merci di valore non superiore a 100 euro ciascuna, con un limite massimo di 1.000 euro annui.
Lombardia: impone ai comuni l'istituzione di un registro degli hobbisti, per monitorare chi svolge questa attività nella regione.
Cosa produce e vende un hobbista?
L’hobbista può dedicarsi a manufatti artigianali, creazioni innovative o lavorazioni tradizionali:
Gioielli
Accessori moda
Oggetti in ceramica
Lavori a maglia
Piccoli mobili
La riscoperta delle antiche tradizioni artigianali (legno, tessuti, ceramica) ha reso queste figure sempre più rilevanti, con concrete possibilità di trasformare la passione in un lavoro redditizio.
Il mondo digitale ha ampliato le opportunità: grazie a negozi online, social-commerce e blog, gli hobbisti raggiungono un pubblico globale, preservando al contempo tecniche che rischierebbero di scomparire.
Cos’è e quando è obbligatorio il tesserino degli hobbisti
Il tesserino per hobbisti è un documento rilasciato dalle regioni che autorizza la partecipazione a mercatini e fiere. Serve sia per fini fiscali sia per tutelare gli hobbisti stessi.
Non tutte le regioni lo rendono obbligatorio, ma è sempre consigliabile verificare le normative locali.
Ottenere il tesserino è semplice: generalmente basta presentare domanda online e rispettare questi requisiti:
Essere maggiorenni
Non avere partita IVA
Vendere prodotti di modico valore in modo occasionale
Generalmente i tesserini hanno una validità trimestrale o annuale e possono essere prorogati. Alcune regioni in Italia come l’Emilia-Romagna, inoltre, prevedono un tesserino unico valido su tutto il territorio regionale.
Anche i costi sono variabili intorno i 100 euro necessari per coprire i diritti d’istruttoria. Per ottenere il tesserino è sufficiente una fototessera e la copia di un documento d’identità.
Hobbista senza partita IVA
Un hobbista senza partita IVA svolge un'attività occasionale e saltuaria, vendendo prodotti di modico valore. Tuttavia, esistono alcune regole importanti:
Gli hobbisti senza partita IVA devono certificare i ricavi attraverso una ricevuta non fiscale.
Se l'attività diventa continuativa, è necessario aprire la partita IVA.
Quando si apre la partita IVA, si diventa lavoratori autonomi e si devono adempiere agli obblighi fiscali: codice ATECO, iscrizione alla gestione commercianti INPS, pagamento delle tasse e contributi.
Hobbista con partita IVA
Quando un’impresa, un’arte o professione è abituale occorre aprire la Partita IVA. Quindi il termine su cui devi porre la massima attenzione è “abituale”. E che cosa significa abituale?
Senza dubbio significa attività continuativa e non occasionale.
Chiaramente nessun hobbista che realizza pochi prodotti e decide di esporli e venderli di tanto in tanto in un mercatino è tenuto ad aprire una partita IVA.
Tuttavia una volta che le vendite iniziano ad essere considerevoli così come iniziano a essere frequenti le partecipazioni ai mercatini, allora bisogna mettersi in regola e aprire una partita IVA.
Aprire una Partita IVA è necessario anche nel caso si decida creare un marchio e di vendere i prodotti su un proprio negozio online.
Nei suddetti casi non si è più considerati hobbisti ma dei veri artigiani e bisogna sottostare al regime fiscale previsto per i commercianti e gli artigiani.
Per aprire la partita IVA bisogna rivolgersi al proprio commercialista, il quale saprà consigliarvi il miglior regime fiscale al quale aderire.
Tendenzialmente, o almeno fin quando il fatturato totale non supera i 85.000 euro annui, il regime forfettario rappresenta la scelta migliore poiché permette di usufruire di una tassazione agevolata pari al 5% per i primi 5 anni di attività.
Esempio di attività abituale
Cristina è un lavoratore nell’azienda familiare. Ha la passione per la realizzazione di braccialetti fatti a mano acquistando materiali assemblandoli e rivendendo gli oggetti. Partecipa con molta frequenza nei mercatini della sua regione, ed opera anche su portali di vendita online.
Il tempo che Cristina dedica a questa attività è sicuramente costante e rilevante nel suo tempo. In questo caso è necessario essere in possesso della Partita IVA. Questo in quanto l’attività di Cristina presenta caratteristiche di abitualità.
La vendita su internet per hobbisti e creativi
Molti hobbisti preferiscono provare a vendere sfruttando internet. Ad un hobbista non è consentito avere un proprio sito internet dove si espongono i propri prodotti se sugli stessi vi sono applicati prezzi di vendita. In questo caso, infatti si rende obbligatorio l’esercizio con Partita IVA.
Attenzione: questo non vuol dire che un hobbista non possa avere un proprio sito dove espone le proprie creazioni.
Deve trattarsi però di un semplice sito vetrina (senza che siano visibili ed esposti prezzi di vendita).
Per tutti gli altri hobbisti, che invece, non ritengono opportuno, o non sono interessati, alla vendita professionale, è possibile ovviare a tutti questi adempimenti.
Nel caso puoi farti ospitare da altri siti web, come vetrina per le tue creazioni di oggetti fatti a mano.
Infatti, l’hobbista che desidera vendere le proprie creazioni online senza possedere Partita IVA, può avvalersi di uno dei tantissimi marketplace, dove esporre i propri prodotti (Ebay, Subito.it ecc…)
La possibilità di essere ospitati su questi portali e rimanere classificati come hobbisti o creativi dipende dalla possibilità di non vedere esposti i prezzi di vendita degli oggetti.
Se promuovi continuativamente le tue creazioni su questi portali ed esponi i prezzi di vendita sei automaticamente considerato un imprenditore, commerciante o artigiano. Se l’attività di vendita online è organizzata, abituale (si lasciano prodotti in vetrina sul sito per settimane), allora anche in questo caso è necessario l’avvio di un’attività professionale.
Usare il POS senza partita IVA
Anche senza partita IVA, un hobbista può accettare pagamenti digitali. POS, Tap to Pay e link di pagamento sono strumenti utili per facilitare le vendite.
Ad esempio, SumUp offre POS mobili senza costi fissi e con commissioni basse, permettendo di accettare pagamenti con carte anche senza partita IVA.
Hobbisti: le conclusioni
L’hobbista è una figura essenziale per preservare antiche tradizioni artigianali e innovare grazie al digitale. Le normative regionali permettono di iniziare senza partita IVA, esplorando fiere e mercatini.
Se i ricavi crescono, l’apertura della partita IVA trasforma la passione in un lavoro autonomo, regolarizzando tutti gli aspetti fiscali.
In ogni caso, la priorità resta valorizzare la tua creatività, con o senza partita IVA!
FAQ sugli hobbisti senza partita IVA
Quali sono i vantaggi di utilizzare SumUp per gli hobbisti?
Posso usare SumUp senza partita IVA?
Qual è il codice ATECO per un hobbista?
È possibile vendere prodotti artigianali ai negozi da hobbista?