Cos'è un'impresa familiare, come funziona e normative

Pubblicato • 07/12/2024

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Cos'è un'impresa familiare, come funziona e normative

Pubblicato • 07/12/2024

Fiscalità e normative

Ti stai chiedendo cos'è e come aprire un'impresa familiare? Cerchi un modello d’impresa dove valorizzare tutti i membri della famiglia? 

Un’impresa familiare è la giusta scelta se desideri creare un modello di business basato sul forte legame che tiene unita la tua famiglia, condividendo valori come la collaborazione e la fiducia.

In questo articolo vedremo in dettaglio come aprire un'attività familiare e soprattutto cosa comporta questo a livello di diritti patrimoniali e gestione dell'impresa.

In più, vedremo quali sono le caratteristiche distintive di questa attività, le normative, come funziona e alcuni esempi pratici.

Cos'è l'impresa familiare?

L'impresa familiare trova menzione nell'articolo 230 bis del Codice Civile italiano, che la definisce come un’attività in cui collaborano i familiari: i parenti entro il terzo grado e gli affini fino al secondo grado dell'imprenditore titolare.

Aprire un’impresa familiare vuol dire garantire la partecipazione all’attività continua e prevalente di membri appartenenti alla famiglia entro i gradi previsti. 

I familiari devono lavorare con ruoli definiti all’interno dell’impresa e in modo continuativo, quindi non occasionale o saltuario.

I familiari che scelgono di entrare in questo istituto giuridico hanno diritto a:

  • Partecipare agli utili in base alla quantità e qualità del lavoro svolto.

  • Diritti sui beni aziendali acquistati.

  • Diritto di prelazione sull’acquisto dell’azienda stessa e in caso di divisioni ereditarie.

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In generale, nell’impresa familiare le decisioni vengono prese in maniera proporzionale al ruolo ricoperto.

  • Decisioni a maggioranza: riguardano utili, investimenti, produzione e altri aspetti straordinari.

  • Gestione ordinaria: rimane una prerogativa esclusiva dell’imprenditore titolare.

Per costituire un’impresa familiare è necessario redigere un atto pubblico in cui vengono indicati tutti i familiari che partecipano all’attività. 

L'impresa deve poi essere registrata nel rispettivo registro delle imprese, come richiesto per qualsiasi attività.

Come funziona l'impresa familiare?

Il funzionamento di un’impresa familiare si basa sull'esistenza di capisaldi e disciplinati dalla legge. 

Il primo riguarda, come accennato, la presenza di familiari che condividono la volontà di avviare o di gestire un’impresa in comune. 

Per familiari si intendono il coniuge dell'imprenditore o dell'imprenditrice, tutti i parenti fino al terzo grado (genitori, figli, fratelli, nipoti, zii) e anche i parenti affini, tra cui suoceri e cognati. 

L’impresa familiare permette a tutti i familiari coinvolti di godere di alcuni diritti patrimoniali e amministrativi, come la partecipazione agli utili, il diritto di prelazione in caso di vendita, la partecipazione alle decisioni straordinarie e la partecipazione nelle decisioni relative all’acquisto di beni o macchinari.

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Questa tipologia di attività è disciplinata da varie leggi. Oltre all’articolo 230 bis del Codice Civile, è rilevante anche quanto contenuto nell’articolo 2082 del Codice Civile, che definisce il ruolo dell’imprenditore come colui che esercita un'attività economica organizzata finalizzata alla produzione o allo scambio di prodotti o servizi. 

È importante anche la Legge 81 del 2017, che parla delle misure per la tutela del lavoro autonomo non dipendente. Le imprese familiari sono particolarmente diffuse in alcuni settori:

  • Agricoltura, come la produzione vinicola, l’allevamento o le coltivazioni.

  • Artigianato, come sartorie, laboratori di ceramica e falegnamerie.

  • Ristorazione, come trattorie, bed and breakfast e panifici.

Come aprire impresa a conduzione familiare

Per aprire un’impresa a conduzione familiare bisogna seguire un iter ben preciso. La prima fase consiste nella scelta dell’attività economica, che spesso rientra nei settori dell’agricoltura, della ristorazione o dell’artigianato. 

Successivamente, si sceglie la forma giuridica: l’impresa familiare di solito si configura come una ditta individuale, dove l’imprenditore gestisce tutto con il supporto dei familiari, secondo quanto stabilito dall’articolo 230 bis del Codice Civile, che regola i diritti e i doveri. Tuttavia, nulla vieta di aprire una società familiare, come una società in nome collettivo (SNC) o una società a responsabilità limitata (SRL).

La seconda fase prevede la redazione dell’atto costitutivo. Questo documento, generalmente pubblico e redatto davanti a un notaio, include:

  • Le informazioni sull’imprenditore titolare.

  • I dettagli sui familiari che partecipano all’impresa.

  • La descrizione dell’attività economica.

  • La modalità di partecipazione agli utili.

  • I diritti sui beni aziendali.

  • Eventuali clausole specifiche, come i diritti di prelazione o la gestione dei vari aspetti dell’attività.

Una volta redatto, l’atto costitutivo va registrato presso l’Agenzia delle Entrate e successivamente al Registro delle Imprese.

La terza fase è l’apertura della partita IVA. Per le ditte individuali, occorre compilare il modello AA9/12 e presentarlo all’Agenzia delle Entrate, specificando il codice ATECO dell’attività e il regime fiscale scelto (forfettario per fatturati inferiori a 85.000 euro o semplificato/ordinario per fatturati superiori).

Successivamente, bisogna seguire una serie di adempimenti burocratici, che includono:

  • L’apertura delle posizioni previdenziali INPS.

  • La registrazione all’INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni.

  • La presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), necessaria per attestare l’apertura della nuova attività.

Gli adempimenti fiscali sono gli stessi di qualsiasi altra impresa. È necessario mantenere un registro degli acquisti e delle vendite, emettere fatture elettroniche e presentare le dichiarazioni dei redditi. Per queste attività, è consigliabile rivolgersi a un commercialista per la gestione contabile.

Infine, all’interno dell’impresa familiare, è fondamentale stabilire accordi chiari tra i familiari riguardo ai compiti, alla partecipazione al lavoro e agli utili, regolando ogni aspetto necessario per il buon funzionamento dell’attività.

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Aziende a conduzione familiare: esempi e caratteristiche

Quali sono le più comuni attività a conduzione familiare e quali caratteristiche le distinguono? Come detto, le imprese familiari sono attività gestite da membri di una stessa famiglia, dove i legami familiari tra i membri rivestono un ruolo fondamentale per il successo. 

In queste imprese, la famiglia detiene la proprietà e il controllo del capitale sociale. Un elemento distintivo è l'aspirazione alla trasmissione generazionale, con l'obiettivo che l’attività passi di padre in figlio, e così via.

Le caratteristiche principali delle imprese familiari includono:

  • Rapido processo decisionale: le decisioni importanti spesso vengono prese in modo informale, ad esempio attorno a un tavolo.

  • Cultura basata sui valori familiari: si fonda su fiducia, lealtà e coesione.

  • Ruolo centrale dei familiari: i membri investono tempo, competenze e risorse personali.

  • Trasmissione generazionale: l’obiettivo è tramandare l’attività ai discendenti.

Tra gli esempi principali troviamo le piccole attività artigianali, dove si tramandano abilità manuali e conoscenze specifiche, come nelle falegnamerie. 

Con le nuove tecnologie e le esigenze del mercato, queste attività si sono spesso evolute: per esempio, un padre e un figlio possono occuparsi della progettazione e realizzazione di beni, mentre altri membri della famiglia si dedicano alla logistica e alle vendite online.

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Anche nel settore della ristorazione e degli agriturismi troviamo tipologie simili. In queste realtà, i ruoli sono spesso distribuiti tra i membri della famiglia: la madre può essere lo chef, altri si occupano dell’amministrazione, del servizio ai tavoli o della comunicazione. 

Strutture simili si riscontrano anche nel settore manifatturiero o nelle piccole attività commerciali.

A differenza di altre tipologie di aziende, le imprese familiari non prevedono al loro interno soci investitori o azionisti. 

Le decisioni sono gestite dai membri della famiglia e non da manager o consulenti esterni. Inoltre, la formazione del capitale umano non si basa sulla ricerca di talenti esterni, ma sulla valorizzazione delle capacità e dei valori familiari.

In linea generale, infine, la mission e la vision di queste imprese si fondano principalmente sulle tradizioni familiari, con minori obiettivi di crescita ed espansione sui mercati rispetto alle aziende non familiari.

Società familiare: differenze con l'impresa familiare

Chiudiamo questo testo dedicato all’impresa familiare riportando le differenze rispetto alla società familiare. 

Entrambe sono forme giuridiche con l’obiettivo comune di valorizzare il contributo, le competenze e le capacità dei membri di una famiglia, ma esistono alcune differenze fondamentali.

L’impresa familiare esiste dal 1975 ed è regolata dall’articolo 230 bis del Codice Civile. Si tratta di una ditta individuale in cui l’imprenditore si avvale della collaborazione dei familiari. 

La società familiare, invece, non ha una normativa specifica ed è considerata una società di persone (SNC, SAS, SRL), in cui i soci sono membri della famiglia. La sua disciplina si rifà ad altre normative, come l’articolo 2247 del Codice Civile e successivi, dedicati ai contratti di società tra due o più persone.

Tra le principali differenze tra impresa familiare e società familiare riportiamo:  

Responsabilità

Nell’impresa familiare, l’imprenditore è l’unico responsabile per debiti e obblighi verso terzi. Nella società familiare, responsabilità e proprietà sono suddivise in base al tipo di società. Ad esempio, nella SRL la responsabilità è limitata al capitale versato.

Gestione

Nell’impresa familiare, la gestione ordinaria spetta all’imprenditore, mentre le decisioni straordinarie (come chiusura o investimenti importanti) vengono prese a maggioranza tra i familiari.

Nella società familiare, la gestione è condivisa tra i soci secondo quanto stabilito nell’atto costitutivo.

Distribuzione degli utili

Nell’impresa familiare, i familiari non soci partecipano agli utili in base al lavoro svolto, senza considerare il capitale investito.

Nella società familiare, gli utili sono distribuiti proporzionalmente alla quota di capitale posseduta dai soci.

La scelta tra impresa familiare e società familiare dipende dalla tipologia di attività, dal modo in cui si vogliono suddividere le responsabilità e dalle dimensioni dell’attività stessa. L’impresa familiare è generalmente preferita per attività di piccole dimensioni, mentre la società familiare si adatta meglio a realtà più grandi e strutturate.

Impresa familiare: in conclusione

In conclusione, aprire un'impresa familiare può essere la scelta ideale per chi opera in settori come la ristorazione, l'artigianato o l'agricoltura, e si avvale della preziosa collaborazione di parenti stretti, come figli, coniugi o altri familiari. 

In questo articolo abbiamo approfondito il funzionamento dell'impresa familiare, le sue caratteristiche distintive rispetto ad altre forme di attività, i passaggi necessari per avviarla, oltre alle differenze principali con la società familiare.

Abbiamo anche sottolineato l'importanza di una chiara suddivisione dei ruoli e delle responsabilità, fondamentali per il successo dell'attività, sia per l'imprenditore o l'imprenditrice sia per i familiari. 

Una gestione ben organizzata può fare la differenza, valorizzando il contributo di ciascun membro e garantendo solidità e crescita dell’attività nel tempo. 

FAQ sull’impresa familiare

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