Non portateci via la Pasqua: come fare ristorazione in lockdown

Il lockdown di Pasqua è arrivato come una doccia fredda su un settore già duramente colpito da questa pandemia. Ma non tutto è perduto! Abbiamo intervistato due giovani ristoratori che hanno aperto il loro ristorante proprio “tra un lockdown e l’altro” e ci hanno raccontato come da subito abbiano cercato di tenere in piedi il loro locale. 

Roberto e Ruggero poco meno di un anno fa hanno aperto le porte del loro ristorante nel cuore di Treviglio, “Ribelle e Rascasse”. Uno appassionato di vini naturali, l’altro di birre artigianali, aprire questo locale per loro è stata davvero la realizzazione di un sogno.

«Abbiamo creato il locale dove avremmo sempre desiderato andare. Non bevi cose che trovi da altre parti, la gente vede che c’è attenzione nella selezione dei prodotti, è un locale per divertirsi, stare bene, come piace a noi quando usciamo.»

Loro, il periodo “tra un lockdown e l’altro” lo conoscono benissimo, anche perché hanno aperto nei mesi più difficili. Ma, per fortuna, sono partiti bene sin da subito.

Ma come si può fare ristorazione in lockdown?

Con la Pasqua che si avvicina e un nuovo prolungamento di lockdown pure, abbiamo voluto chiedere a Roberto e Ruggero di raccontarci la loro esperienza e insieme abbiamo raccolto alcuni semplici consigli che possono essere utili a tutti i ristoratori:

  1. Non fate tutto da soli! Piccoli ristori, unitevi! Ribelle e Rascasse, ad esempio, ha collaborato con un ristorante giapponese della zona per ammortizzare i costi di consegna.

  2. Social..ma non troppo: quando gestisci un'attività il tempo è denaro, ma quello dedicato alla gestione delle pagine social è fondamentale. Preparati ad usarli nel modo giusto proprio per questa Pasqua!

  3. Il servizio si fa anche a domicilio. Anche se si consuma una cena a casa, non è detto che il servizio per il cliente non possa essere lo stesso: ad esempio, hai mai pensato di far pagare col POS anche a domicilio?

  4. Anche a distanza, costruite la relazione e la fiducia con i clienti. Videochiamata per consigliare un vino in diretta? Sì! Il modo di pagare? Ancora più moderno...

Idee per il delivery nei piccoli paesi.

«Quello che un po’ ci ha dato una mano è stato collaborare con un popolare ristorante giapponese qui di Treviglio che aveva già una folta clientela affezionata.»

«La collaborazione con il giapponese è nata perché con il lockdown, dopo l’estate, ci siamo dovuti attrezzare e abbiamo avuto la fortuna di fare squadra con loro, sia arricchendo la loro offerta con il nostro aperitivo che “mixando” i due menu, ottimizzando sui costi di delivery. Il paese è piccolo, c’è poca offerta, poca propensione a pagare la consegna, mancano i gruppi di delivery che ci sono nelle grandi città.»

Usare i social nel modo giusto.

«Non ci piacciono i social ma capiamo che ce ne sia bisogno, per fortuna ci facciamo aiutare dalla ragazza di Roberto che realizza delle foto molto belle. Abbiamo scoperto che ci piace molto condividere immagini e video di quando andiamo dai nostri fornitori e ci facciamo spiegare l'unicità dei loro prodotti; di meno realizzare post commerciali promuovendo il menu delivery del weekend, ma sappiamo che va fatto.»

«Non riuscendo a stare dietro al loro ritmo,  ci siamo staccati dal giapponese ma grazie alla visibilità che ci ha offerto anche a livello social continuiamo a fare delivery, promuovendo i nostri menu sul nostro sito, sulla nostra pagina Instagram e lasciando sempre il numero di cellulare a cui inviare ordini anche via WhatsApp.»

Si può fare servizio anche a domicilio.

Abbiamo conosciuto Roberto e Ruggero perché quando hanno deciso di aprire, hanno scelto i nostri lettori di carte per accettare pagamenti con carta.

«Non sapevamo se avremmo lavorato e SumUp era l’unico a non avere costi fissi di canone, quelli bancari sono più alti. Questo ci ha permesso di averlo sin da subito, è leggero e facile da usare.»

Oltre al lettore siamo felici abbiano approfittato dei Pagamenti via Link, un metodo semplice per incassare a distanza e incluso con l'acquisto del POS SumUp.

«Toglie l’impiccio al cliente al momento della consegna. Non deve stare a cercare nel portafoglio, paga prima, siamo apposto, portiamo i prodotti senza dover pensare al pagamento. L’abbiamo proposto come alternativa, molti clienti si stressano a chiedere “quanto ti devo, preparo i soldi”: noi arriviamo col POS o altrimenti con un link. I clienti indecisi li convinci subito, agevola.»

E oggi si può ordinare e pagare via..WhatsApp!

  1. Hai un menu pronto?

  2. Condividilo sui social

  3. Invia un link di pagamento per le prenotazioni

  4. Ricevi la somma direttamente sul tuo conto!

I Pagamenti via Link ci sono tornati utili per sviluppare il rapporto con i nostri clienti, basando la relazione sulla fiducia. Ci capita che qualcuno passi dal locale per acquistare una bottiglia e non abbia con sè contanti sufficienti e noi siamo ben felici di fargliela avere sapendo che possiamo mandargli da lì a poco il link tramite WhatsApp al suo numero.

È un vantaggio - si può pagare anche dopo, ci capita di dire "ci paghi domani, ti mando il link" per richieste all'ultimo. Quando c'è un rapporto, la fiducia è un elemento che valorizza la relazione.»

 Se non l'hai già fatto, scarica l'app gratuita di SumUp e inizia ad utilizzare i Pagamenti via Link. Come? Semplicissimo:

  • Digita l'importo nella schermata principale dell'app

  • Seleziona Pagamenti via Link come metodo di pagamento

  • Una volta generato in link in automatico, scegli dove condividerlo: basta un semplice sms oppure su WhatsApp, email, Facebook.

*foto realizzate da Sonia Caravia, fotografa freelancer @so.soni su Instagram.

Lucia Cherchi