Regime forfettario o regime ordinario: quale scegliere? Il primo, con i suoi requisiti agevolati e una tassazione vantaggiosa, è di sicuro interesse per chi sta pensando di aprire un’attività.
In quello che può sembrare un vero e proprio dilemma shakespeariano, prima di prendere una decisione dovresti conoscere ogni aspetto del regime forfettario, dai requisiti aggiornati alla tassazione.
Sebbene questo regime goda di una fiscalità agevolata, pensata per favorire lo sviluppo di nuove attività, presenta anche aspetti che vanno assolutamente valutati.
In questo articolo scoprirai tutto quello che c’è da sapere sul regime forfettario nel 2025: dalle nuove norme che lo regolano fino al calcolo delle imposte da versare allo Stato.
Cos'è il regime forfettario 2025?
Il regime forfettario è un sistema di tassazione agevolato, introdotto dalla Legge 190/2014 e successivamente modificato. Garantisce una serie di vantaggi fiscali e semplificazioni contabili rispetto al regime ordinario.
È riservato esclusivamente a liberi professionisti e titolari di impresa che rispettano determinati requisiti.
Nel 2025, il regime forfettario rimane sostanzialmente invariato rispetto agli anni precedenti e continua a essere un’opzione dedicata alle partite IVA con fatturati medio-bassi.
La sua caratteristica principale è che chi aderisce non è tenuto a versare alcune imposte ordinarie, tra cui:
IVA
IRPEF
Addizionali regionali e comunali
IRAP
La platea di chi può accedere al regime è stata leggermente ampliata nel 2025, grazie all’ultima Legge di Bilancio, che ha innalzato il limite di reddito da lavoro dipendente o assimilato da 30.000€ a 35.000€ per poter aderire al forfettario.
Insomma, il regime forfettario è un sistema ideale per molti, perché semplice da gestire e più economico rispetto al regime ordinario. Per accedervi, il requisito di base è non superare il limite di ricavi o compensi di 85.000€ annui.
Requisiti per accedere al regime forfettario
Se sei titolare di un negozio online, di un negozio di abbigliamento, di un negozio di animali o eserciti un’altra attività, potresti guardare con interesse al regime forfettario. Tuttavia, ci sono requisiti stringenti da rispettare per potervi accedere.
Il primo, come già detto, è il limite di ricavi, che per il 2025 è stato confermato a 85.000€ annui, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022).
Questo importo si riferisce al ricavo totale, quindi se si hanno più attività con diversi codici ATECO, la somma dei ricavi non deve superare questa soglia.
Un’altra condizione importante, stabilita dalla Legge 190/2014, riguarda le spese sostenute dall’azienda, che non devono superare i 20.000€ lordi.
Questo limite riguarda anche spese per:
Lavoro accessorio
Lavoro dipendente
Collaborazioni
In pratica, chi aderisce al regime forfettario di solito non ha dipendenti a tempo pieno e gestisce l’attività quasi interamente in autonomia.
Per il 2025, l’unica vera modifica al regime riguarda il limite di reddito da lavoro dipendente o assimilato, che è stato innalzato da 30.000€ a 35.000€.
Questo significa che, se si svolgono due attività, una da lavoratore dipendente e una da libero professionista con Partita IVA, il reddito da lavoro dipendente non deve superare i 35.000€ per poter accedere al forfettario.
È fondamentale ricordare che il regime forfettario è riservato alle persone fisiche: non è accessibile a chi costituisce una società.
Inoltre, tra gli aspetti più importanti da conoscere c’è l’aliquota sostitutiva, ossia l’importo da versare come tasse, che è pari al 5% del reddito imponibile, calcolato applicando il coefficiente di redditività previsto per il proprio codice ATECO.
Tassazione nel regime forfettario 2025
Soprattutto per un giovane che entra nel mondo del lavoro e decide di avviare un’attività autonoma è fondamentale la scelta tra regime ordinario e regime forfettario.
È naturale chiedersi se il forfettario, con la sua tassazione agevolata, sia davvero così conveniente. Infatti, le tasse da versare al fisco ci sono: non saranno elevatissime, ma incidono comunque sui ricavi.
Tassazione nel regime forfettario
Dal punto di vista fiscale, il regime forfettario ha una struttura semplificata. Non dovrai versare l’IRPEF, né altre imposte come IRAP, addizionali regionali e comunali.
L’unico importo da versare sarà un’aliquota sostitutiva pari al 5% per i primi 5 anni di attività e successivamente al 15%, calcolata su un imponibile determinato con un sistema specifico.
Ma cos’è il coefficiente di redditività? Si tratta di un importo percentuale, che varia in base al codice ATECO della tua attività (quindi dal tipo di lavoro che svolgi) e oscilla tra il 40% e l’86%. Questo coefficiente riduce il reddito imponibile, sul quale si applica l’aliquota del 5% o del 15%.
Facciamo un esempio: se i tuoi ricavi annui sono 50.000€ e il coefficiente di redditività della tua attività è 78%, allora il tuo imponibile sarà:
50.000€ × 78% = 39.000€
A questo punto, si calcola la tassa:
39.000€ × 15% = 5.850€ da versare in una o più soluzioni l’anno successivo.
A fronte di questa tassazione agevolata, ci sono però alcune limitazioni. Nel regime forfettario non puoi applicare detrazioni o deduzioni fiscali, a differenza di quanto avviene nel regime ordinario.
Questo significa che non potrai scaricare spese come costi aziendali, spese sanitarie o altre spese detraibili previste per i regimi ordinari.
Un altro punto chiave riguarda l’IVA. Il regime rientra tra i codici di esenzione IVA. Ciò vuol dire che:
Non devi applicarla sulle fatture che emetti
Non devi versarla allo Stato
Quanto detto però non ti solleva dell’obbligo di conservare tutta la documentazione fiscale e aderire alla fatturazione elettronica.
Infine, è importante ricordare che il regime forfettario non esonera dal pagamento dei contributi previdenziali INPS, che possono incidere in modo significativo sui ricavi netti.
Vantaggi e svantaggi del forfettario
Ma quindi, il regime ordinario conviene? La risposta, come sempre in questi casi, è: dipende.
Il regime forfettario, nella maggior parte dei casi, è la scelta più naturale per chi avvia un'attività. I suoi vantaggi principali possono essere riassunti così:
Tassazione agevolata, con aliquota fissa del 15% (o del 5% per i primi 5 anni), che sostituisce IRPEF, addizionali e IRAP.
Semplificazione contabile, perché non devi tenere scritture contabili né versare l’IVA.
Calcolo delle imposte semplice e immediato, spesso gestibile in autonomia, senza la necessità di un commercialista.
Tuttavia, ci sono anche degli svantaggi, che diventano particolarmente rilevanti se si prevedono fatturati elevati:
Tetto massimo di ricavi: il limite di 85.000€ potrebbe rappresentare un freno per chi punta a far crescere rapidamente la propria attività.
Impossibilità di dedurre i costi: chi ha dipendenti, macchinari o spese aziendali rilevanti potrebbe trovare il regime svantaggioso, perché non è possibile scaricare costi.
Nessuna detrazione fiscale: ad esempio, non si possono ottenere benefici per carichi di famiglia o altre agevolazioni fiscali previste nel regime ordinario.
Esenzione IVA: Non dover applicare l’IVA sulle fatture può sembrare conveniente, ma può diventare un problema se si pianificano investimenti importanti, perché non si può scaricare l’IVA sugli acquisti.
Conclusioni sul regime forfettario
In conclusione, nel 2025 non ci sono sostanziali modifiche al regime forfettario. L’unica vera novità, come già detto, riguarda l’innalzamento della soglia di reddito da lavoro dipendente, che passa da 30.000€ a 35.000€ per poter accedere al regime.
Questa modifica consente a molti lavoratori, che gestiscono contemporaneamente un’attività da dipendente e una da libero professionista, di avere un maggior margine per restare nel regime forfettario e portare avanti la propria attività in autonomia.
Speriamo che questa guida ti abbia fornito tutte le informazioni necessarie e ti auguriamo il meglio per il tuo percorso professionale!
Regime forfettario 2025: requisiti, tassazione e calcolo dell’imposta
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